Obbligo accompagnamento alunni sul bus

A chiunque possa consigliarmi,
sono un insegnante in una piccola scuola media che raccoglie i ragazzi di quattro paesini di montagna.Gli alunni, uscendo dal perimetro dell'area scolastica devono percorrere circa 600-700 metri lungo il Corso del paesino per arrivare ad una piazzetta dove i pulmini li attendono. Non vi è molto traffico in genere ma le strade sono strette, in forte pendenza e il clima dall'autunno alla primavera è spesso inclemente.Far arrivare i pulmini dinnanzi a scuola è possibile ma scomodo, mentre si potrebbe farli arrivare a trenta metri dall'uscita di scuola, fermando temporaneamente il traffico sul Corso.
Il problema è questo: il Preside vuole,la prima volta dopo decenni, che gli insegnanti dell'ultima ora accompagnino le rispettive classi fin sul pulmino. La mia domanda è: può imporcelo?
La domanda nasce da alcune constatazioni:
1- Il tratto esterno alla scuola inizia con una stradina in forte salita, breve ma che entra nel Corso(stretto!) con una curva a gomito. Per cui se l'insegnante è dietro, quando i ragazzi svoltano non vi è possibilità di osservarli tutti. Tra l'altro le vetture (compresi camioncini e furgoni) spesso si fermano lì e vi possono transitare tranquillamente.
2- Due dei quattro pulmini hanno degli accompagnatori che potrebbero tranquillamente svolgere questo compito anche perchè per loro è più facile ricordare gli alunni dei vari gruppi (chi torna nel paesino A, chi B, etc.). In effetti essendoci anche alunni che vanno a piedi "l'essere responsabili fino alla consegna del minore ad una persona preposta" [Come ci ha riferito il preside parafrasando una recente sentenza a Milano] diviene una pura e semplice presa in giro.A meno che tutti i genitori di chi torna a piedi si presentino a scuola e noi insegnanti invece di svolgere il nostro mestiere passeremo un bel pò di tempo a controllare che per ogni alunno vi sia il suo genitore (gli insegnanti che hanno poche ore e molte classi avranno bisogno di una buona memoria o dovranno chiedere un documento d'Identità)
3- Io, come milioni di esseri umani nel tempo, sono tornato a casa da solo sin dalle elementari. A piedi, in bici, con autobus, passaggi di famiglie vicine e anche con il treno. Sin da piccoli si veniva educati ad essere attenti, a muoversi in modo composto, etc. Ed io, come penso molti atri, seguivo questi consigli perchè non ho mai amato avere una gamba fratturata, un'escoriazione, un taglio,etc. Con questo nuovo sistema noi li trattiamo come dei burattini che non sono in grado di pensare, che non sanno migliorarsi dai propri errori.E quindi penso che questi sistemi servano solo a spostare il problema, nel tempo o nello spazio.
4- Perchè si fa tutto ciò?Per tutelarsi.Da chi? Dalle famiglie. E allora qual è il ruolo delle famiglie in tutto ciò. Qual è il ruolo della famiglia di quel ragazzo che uscendo da scuola mette lo sgambetto al compagno che si frattura la testa? O del ragazzo che attraversa la strada senza osservarsi attorno?


Scusate per lo sfogo ma noto che negli ultimi anni la scuola si dedica sempre meno all'insegnamento e sempre più ai regolamenti, le leggi, le circolari, i provvedimenti, le relazioni, i progetti...e sempre più persone sanno peggio scrivere, leggere e fare di conto!

Il Preside puoi imporci di accompagnarli? Vi sono riferimenti normativi pro o contro quest'imposizione?
Grazie.
Marco

non sono in grado di dare una risposta da un punto di vista giuridico, ma da genitore di 3 bambini e da docente ci provo: a mio avviso è una vergogna, siamo docenti o babysitter??? ma come si può pretendere dopo la lezione di accompagnare i ragazzi fino agli scuolabus?
mi spiace ma non abbiamo studiato per fare questo, stanno calpestando continuamente la nostra professionalità e noi rimaniamo inermi senza far niente, vorrei vedere, parafrasando, come reagirebbe un medico se gli venisse imposto di accompagnare a casa i propri pazienti dopo averli dimessi. tutto ciò è assurdo!!!

di solito qs cosa la fanno i "nonni-vigile"

Il preside vuole evitare eventuali "rogne" giuridiche nel caso in cui un alunno si faccia male fra l'uscita della scuola e l'arrivo al pulmino. ricordo il caso di un ragazzino che morì investito prima di salire sull'autobus: furono condannati il docente dell'ultima ora e il preside. eventuali liberatorie rilasciate dalla famiglia tipo" autorizzo mio figlio a recarsi da solo ecc." non hanno alcun valore legale e la scuola è comunque responsabile.
Il collegio docenti potrebbe però proporre di rivolgersi a una cooperativa, anche di volontari, che accompagnino i ragazzi all'uscita. Non credo si possa imporre a un docente di accompagnarli e sorvegliarli 700 metri .

noi non siamo responsabili di ciò che succede fuori dalla scuola

accompagnare glia lunni x quasi un km vuol dire essere in servizio bene più che oltre le ore 13, sono minuti pagati???

anch'io ho un probelam simile e vorrei capire come comportarmi, quali sono i miei doveri e dove finisce la mia responsabilità: insegno in una scuola media e ci è stato imposto di accompagnare i ragazzi all'uscita, consegnarli uno per uno ai genitori e di aspettare che lo scuolabus arrivi, io ho aspetto anche 25 minuti oltre l'orario! E' possibile chiedere ai docenti una cosa del genere?
grazie

accompagnarli all'uscita è un conto, consgenarli ai genitori è un altro, anke xkè alle medie molti vengono in bici, a piedi da soli, vanno con gli amici...

quindi non devo consegnarli ai genitori e non devo aspettare l'arrivo dello scuolabus?inoltre non abbiamo firmato alcuna circolare, ci è solo stato detto a voce.

Secondo me, non dovreste accettare in alcun modo di svolgere voi insegnanti la funzione di accompagnamento dei ragazzi fino al bus, proprio in una situazione così pericolosa (in soldoni: se qualcuno andasse sotto una macchina, ne avreste voi la responsabilità penale).
Ho letto in passato, ma purtroppo non ricordo in che documento, che l'insegnante è responsabile dei bambini/ragazzi fino a che si trovano sotto la sua supervisione: ciò equivale fino al termine della lezione (o fino a quando non si venga sostituiti da un altro insegnante) o fino al termine dell'orario di servizio e, normalmente, alle elementari, fino all'uscita da scuola dei bambini. Nessun insegnante è autorizzato, di norma, a svolgere percorsi coi ragazzi fuori dalla scuola: non si tratta mica di una uscita didattica.
Addirittura, in alcune scuole si ritiene che gli insegnanti non siano tenuti ad aspettare che un genitore arrivi a scuola, se non è puntuale: in questo caso dovrebbero essere i commessi a svolgere il ruolo di vigilanza sugli studenti, nell'attesa, e dopo un certo numero di minuti (concordato da un regolamento scolastico), di cui i genitori siano a conoscenza, andrebbero avvisati i vigili dello stato di abbandono del minore.
Cosa propone o non propone il dirigente è irrilevante. E' il Collegio Docenti che deve decidere se la cosa sia fattibile o no e, se siete uniti, non credo che nessuno possa imporvi alcunché. Se decideste di svolgere questo lavoro, credo che almeno vi dovrebbe essere retribuito a parte...
Forse, se proprio la scuola ritiene che sia necessario questo tipo di servizio, sarebbe meglio offrire l'incarico ai commessi e vedere se a loro interessa svolgerlo a pagamento.
Se comunque la situazione dell'uscita è così critica, credo che i vigili urbani siano i più titolati a occuparsi dell'incolumità dei ragazzi sulla strada e che quindi occorra richiedere un loro presidio fuori dalla scuola nell'orario di uscita.

"...quando i minori sono affidati al personale scolastico l'obbligo degli insegnanti e del personale dirigente di
impedire eventi lesivi trova la sua fonte nel contratto e la sua durata non si esaurisce con la fine
delle lezioni ma con il cessare delle esigenze di tutela conseguente al passaggio del minore sotto
altra sfera di protezione."
Questa la Corte di Cassazione a febbrario 2010 (sentenza n. 17574/10, depositata il 7 maggio 2010) su un fatto spiacevole, molto spiacevole. E a queste parole? Paura. E via con carte e regole.perchè gli insegnanti lo sanno, le carte e le regole sono importanti. ma sempre?E tutte? Postuliamo che questa lo sia:
"...Sotto altra sfera di protezione...". Protezione da chi?
1. Da vetture: non ho competenza giuridica sulla strada e poi un evento imprevviso non potrei evitarlo.
2. Eventi naturali: solo i maghi possono ed io non lo sono ( miviene in mente ora: ma se non controlliamo che in una fredda giornata invernale tutti i ragazzi abbiano i giubbini ben chiusi siamo responsabili perchè non li abbiamo protetti dal raffreddore?
3. Altri esserei viventi: se il comportamento intenzionale non è volontario è improvviso e come tale non controllabile, altrimenti il problema è solo spostato

Il messaggio è eticamente sbagliato, farli passare da una sfera di protezione all'altra induce gli uomini a divenire come piante in serra: hanno sempre bisogno della sera. ed appena se ne va, e prima o poi se ne va per tutti, non si è pronti a interagire con la realtà. E nascono i problemi.
I ragazzi non si responsabilizzano. e la Legge lo obbliga!
Gli insegnanti hanno paura. E la legge lo causa.
Le famiglie si deresponsabilizzano. E della Legge fanno scudo.
La società osserva, e gli uomini delle scuole private gioiscono. Con la Legge che li strizza l'occhio.

Purtroppo gli unici da cui proteggere alcuni ragazzi sono loro stessi, il loro Sè, e quello dei loro genitori, coloro che li educano, che trasmettono i valori di base, che indicano i punti da seguire.
Gli insegnanti aiutano ma l'alunno è altro da sè. Un pò come un parroco. e non penso che un parroco debba accertarsi che dopo la messa tutti i minori che vanno via siano sotto una sfera di protezione, almeno in Terra!

Continuo a cercare materiale, una sentenza smentisce in parte la prima citata (sentenza n. 17215 del 22 luglio 2010). Non perchè le ami (le regole sono sempre giuste?e le nostre?) ma perchè se vuoi cambiare qualcosa lo devi comprendere. ed io, amando il mio lavoro ed il suo essere pubblico , vorrei che la scuola non veicolasse messaggi che definisco di soffocamento... del pensiero autonomo, della crisi come momento di crescita.

Grazie.Ciao

forza ha scritto:accompagnarli all'uscita è un conto, consgenarli ai genitori è un altro, anke xkè alle medie molti vengono in bici, a piedi da soli, vanno con gli amici...

Per quanto la riguarda la consegna al genitore di uno studente disabile, come dovrei regolarmi? Giorni fa la mamma di questo studente è venuta a prenderlo con un tale ritardo che son stata costretta ad attendere più di un'ora per prendere l'autobus utile per rientrare a casa (autobus che impiega una buona mezz'ora per giungere a destinazione). Lei si è scusata dicendo che aveva avuto problemi al lavoro. Non so se sia il caso di affidarlo alla bidella la prossima volta. Spero riusciate ad aiutarmi: col freddo alle porte, appena terminato il servizio, vorrei poter prendere il mio autobus che parte dopo dieci minuti...

abibi ha scritto:

forza ha scritto:accompagnarli all'uscita è un conto, consgenarli ai genitori è un altro, anke xkè alle medie molti vengono in bici, a piedi da soli, vanno con gli amici...

Per quanto la riguarda la consegna al genitore di uno studente disabile, come dovrei regolarmi? Giorni fa la mamma di questo studente è venuta a prenderlo con un tale ritardo che son stata costretta ad attendere più di un'ora per prendere l'autobus utile per rientrare a casa (autobus che impiega una buona mezz'ora per giungere a destinazione). Lei si è scusata dicendo che aveva avuto problemi al lavoro. Non so se sia il caso di affidarlo alla bidella la prossima volta. Spero riusciate ad aiutarmi: col freddo alle porte, appena terminato il servizio, vorrei poter prendere il mio autobus che parte dopo dieci minuti...

Sarebbe lunga la lista delle sentenze che si sono espresse sulla questione.

Dal punto di vista strettamente normativo l’art. 29 del CCNL stabilisce al comma 5 che il docente è tenuto ad “[...] assistere all’uscita degli alunni”. Non specifica però un tempo preciso, che comunemente viene espresso in non più di 10 minuti. Dopodiché il docente può affidare gli allievi ai collaboratori scolastici ancora in servizio.

Il mio consiglio, date le responsabilità civili e penali che ne derivano soprattutto se parliamo di alunni minorenni, è comunque quello di discutere di questo aspetto a livello collegiale, e in questo caso il dirigente dovrebbe, anche per tutelarsi e nello stesso tempo tutelare il personale della scuola, redigere un piano preventivo che disciplini casi come l'accompagmento al bus oppure il genitore che arriva in ritardo a prelevare il figlio.

Vista la questione delicata, ne potete parlare con i colleghi e fare presente la questione.

L'Avvocatura dello Stato di Bologna, con una nota del 4 dicembre 2000, n. 21200, ha emesso un parere sulla "vigilianza alunni all'uscita dell'istituto scolastico".

"[...] Al riguardo, sul piano giuridico, può ritenersi scriminante e congruo (e, quindi, difendibile anche sull'eventuale terreno giudiziario) un atteggiamento degli organi dell'istituto scolastico che, seppure non idoneo a risolvere il problema in via definitiva, passi attraverso: a) la formale esplicitazione (attraverso, ad esempio, circolari alle famiglie) della non accettazione da parte della scuola di autorizzazioni all'uscita degli alunni non accompagnati; 2) la richiesta ai genitori della formale e nominativa indicazione di soggetti (maggiorenni) cui delegare l'attività di ritiro degli alunni da scuola (comprendendo ovviamente anche i genitori di compagni di classe); c) il coinvolgimento della amministrazione locale, ove possibile, al fine della più idonea organizzazione del servizio di trasporto scolastico; d) la previsione e gestione di attività didattiche o ricreative complementari od integrative, che possono essere offerte anche al fine di cui ci si occupa, oppure di servizi di semplice e più limitata accoglienza degli alunni".