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Messaggio Da vinz Dom Lug 31, 2022 8:59 am

A casa mia in Sicilia, per le vacanze. Rimetto ordine in uno sgabuzzino. Da uno scatolone riemerge un libraccio sdrucito…: “Fatti e messaggi”, l’antologia che ho usato quando frequentavo la prima media, più di 30 anni fa. Autori Alberto Pesce e Romano Colombini, editrice La scuola.

Sfoglio il volume trepidante ed emozionato: era il mio libro prediletto, il libro che mi ha trascinato verso gli studi umanistici, la letteratura, la poesia... Lo sfogliavo per ore, leggiucchiando, saltando a capocchia da una sezione all’altra, da un brano all’altro.

Mi disarma constatare che la maggior parte delle letture che l’antologia proponeva a me, studente di prima media, oggi sarebbe improponibile anche in terza media. E forse anche alle superiori.

Sfogliando il venerando reperto mi sfilano davanti brani, decisamente complessi, di Ippolito Nievo, Grazia Deledda, Thomas Mann (!), Calvino, Pasolini, Gadda (!!), Montale, Gavino Ledda, Danilo Dolci, Palazzeschi, Neruda, Brecht, Quasimodo, Govoni, Asimov, Trissino (!!!), Giovanni della Casa, Cassola, Alvaro.

E poi molti brani di “riflessione sulla lingua”, tratti da saggi sofisticati, inquadrati in sezioni in cui si propone l’essenziale della linguistica seaussuriana (segno, significato, significante, e perfino i concetti di diacronia e sincronia!). E non mancano lo schema di Jakobson e la riflessione sulle funzioni linguistiche, spinta fino alla definizione di termini come “metalinguaggio” “funzione fàtica” e “ridondanza”.

Nella sezione intitolata “Il linguaggio delle cose” appare un brano intitolato “Arredamento e modelli culturali”, tratto da un saggio di Luigi Bernardi intitolato “Sociologia dell’oggetto e del disegno industriale”. Il brano viene introdotto così dagli autori dell’antologia:

“Ogni oggetto, come non si esaurisce nella funzione, così non si risolve nella forma, nel disegno: è anche un segno comunicante, portatore di valori simbolici, di significati storici, culturali e sociali. (…) L’arredamento, la scelta e la collocazione dei mobili nello spazio di una stanza, è appunto uno dei settori in cui il possesso e l’uso di un oggetto possono essere testimonianza di una cultura, forniscono un’immagine riflessa della visione del mondo e delle strutture famigliari e sociali di un’epoca.”

Insomma, rispetto alle antologie di oggi, un altro mondo, un altro linguaggio. Almeno così mi sembra.


Ultima modifica di vinz il Dom Lug 31, 2022 10:59 am - modificato 1 volta.

vinz

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Messaggio Da Cloretta_2 Dom Lug 31, 2022 10:37 am

vinz ha scritto:A casa mia in Sicilia, per le vacanze. Rimetto ordine in uno sgabuzzino. Da uno scatolone riemerge un libraccio sdrucito…: “Fatti e messaggi”, l’antologia che ho usato quando frequentavo la prima media, più di 30 anni fa. Autori Alberto Pesce e Romano Colombini, editrice La scuola.

Sfoglio il volume trepidante ed emozionato: era il mio libro prediletto, il libro che mi ha trascinato verso gli studi umanistici, la letteratura, la poesia... Lo sfogliavo per ore, leggiucchiando, saltando a capocchia da una sezione all’altra, da un brano all’altro.

Mi disarma constatare che la maggior parte delle letture che l’antologia proponeva a me, studente di prima media, oggi sarebbero improponibili anche in terza media. E forse anche alle superiori.

Sfogliando il venerando reperto mi sfilano davanti brani, decisamente complessi, di Ippolito Nievo, Grazia Deledda, Thomas Mann (!), Calvino, Pasolini, Gadda (!!), Montale, Gavino Ledda, Danilo Dolci, Palazzeschi, Neruda, Brecht, Quasimodo, Govoni, Asimov, Trissino (!!!), Giovanni della Casa, Cassola, Alvaro.

E poi molti brani di “riflessione sulla lingua”, tratti da saggi sofisticati, inquadrati in sezioni in cui si propone l’essenziale della linguistica seaussuriana (segno, significato, significante, e perfino i concetti di diacronia e sincronia!). E non mancano lo schema di Jakobson e la riflessione sulle funzioni linguistiche, spinta fino alla definizione di termini come “metalinguaggio” “funzione fàtica” e “ridondanza”.

Nella sezione intitolata “Il linguaggio delle cose” appare un brano intitolato “Arredamento e modelli culturali”, tratto da un saggio di Luigi Bernardi intitolato “Sociologia dell’oggetto e del disegno industriale”. Il brano viene introdotto così dagli autori dell’antologia:

“Ogni oggetto, come non si esaurisce nella funzione, così non si risolve nella forma, nel disegno: è anche un segno comunicante, portatore di valori simbolici, di significati storici, culturali e sociali. (…) L’arredamento, la scelta e la collocazione dei mobili nello spazio di una stanza, è appunto uno dei settori in cui il possesso e l’uso di un oggetto possono essere testimonianza di una cultura, forniscono un’immagine riflessa della visione del mondo e delle strutture famigliari e sociali di un’epoca.”

Insomma, rispetto alle antologie di oggi, un altro mondo, un altro linguaggio. Almeno così mi sembra.

Sfoglia anche i tuoi quaderni ,non dico delle medie,ma della quinta elementare,  e troverai una articolazione del discorso,una ricchezza di termini ed una correttezza sintattica che oggi non trovi nemmeno al biennio delle superiori.
Ti consiglio, per rigirare il coltello nella piaga,di cercare su YouTube vecchi video rai sul mondo dei giovani come questo
https://youtu.be/BgxNwHxr78U
Oppure la serie " trenta minuti giovani "anni 70 e 80 per renderti conto dell'enorme divario culturale, umano, sociale che si è creato tra i giovani istruiti e ricchi di idee dei decenni passati e questi buzzurri odierni antropomorfi da tikketokke che si dimenano in balletti da scimmietta e si esprimono a grugniti e "cioè minghia si cioè boh"

E ancora negli anni 80 nell'ultima delle scuole del meridione il livello culturale e la sensibilità sociale degli adolescenti era questa
https://youtu.be/QyFhiBSIj1w
Anni luce avanti rispetto al degrado odierno nel più trendy e facoltoso liceo milanese

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Messaggio Da elirpe Dom Lug 31, 2022 11:59 am

vinz ha scritto:A casa mia in Sicilia, per le vacanze. Rimetto ordine in uno sgabuzzino. Da uno scatolone riemerge un libraccio sdrucito…: “Fatti e messaggi”, l’antologia che ho usato quando frequentavo la prima media, più di 30 anni fa. Autori Alberto Pesce e Romano Colombini, editrice La scuola.

Sfoglio il volume trepidante ed emozionato: era il mio libro prediletto, il libro che mi ha trascinato verso gli studi umanistici, la letteratura, la poesia... Lo sfogliavo per ore, leggiucchiando, saltando a capocchia da una sezione all’altra, da un brano all’altro.

Mi disarma constatare che la maggior parte delle letture che l’antologia proponeva a me, studente di prima media, oggi sarebbe improponibile anche in terza media. E forse anche alle superiori.

Sfogliando il venerando reperto mi sfilano davanti brani, decisamente complessi, di Ippolito Nievo, Grazia Deledda, Thomas Mann (!), Calvino, Pasolini, Gadda (!!), Montale, Gavino Ledda, Danilo Dolci, Palazzeschi, Neruda, Brecht, Quasimodo, Govoni, Asimov, Trissino (!!!), Giovanni della Casa, Cassola, Alvaro.

E poi molti brani di “riflessione sulla lingua”, tratti da saggi sofisticati, inquadrati in sezioni in cui si propone l’essenziale della linguistica seaussuriana (segno, significato, significante, e perfino i concetti di diacronia e sincronia!). E non mancano lo schema di Jakobson e la riflessione sulle funzioni linguistiche, spinta fino alla definizione di termini come “metalinguaggio” “funzione fàtica” e “ridondanza”.

Nella sezione intitolata “Il linguaggio delle cose” appare un brano intitolato “Arredamento e modelli culturali”, tratto da un saggio di Luigi Bernardi intitolato “Sociologia dell’oggetto e del disegno industriale”. Il brano viene introdotto così dagli autori dell’antologia:

“Ogni oggetto, come non si esaurisce nella funzione, così non si risolve nella forma, nel disegno: è anche un segno comunicante, portatore di valori simbolici, di significati storici, culturali e sociali. (…) L’arredamento, la scelta e la collocazione dei mobili nello spazio di una stanza, è appunto uno dei settori in cui il possesso e l’uso di un oggetto possono essere testimonianza di una cultura, forniscono un’immagine riflessa della visione del mondo e delle strutture famigliari e sociali di un’epoca.”

Insomma, rispetto alle antologie di oggi, un altro mondo, un altro linguaggio. Almeno così mi sembra.

Stessa esperienza leggendo la mia antologia delle medie; la mia spiegazione è che coloro che scrivevano questi manuali ritenevano che lo studente dovesse essere mantenuto sempre nella sua "area di sviluppo prossimale", anche correndo il concreto rischio che alcuni brani fossero non del tutto comprensibili. Purtroppo attualmente la concezione in media è assai diversa e tutta concentrata nell' "area di sviluppo attuale". Per quanto riguarda ad esempio la maggioranza dei manuali di Storia della Filosofia:

1.Al termine di ogni paragrafo c'è il riassunto e anche la mappa concettuale (inutili, se non realizzate dall'alunno/a).
2.Il testo è impregnato di immagini, nell'illusione di rendere meno gravoso lo studio.
3.Il linguaggio è essenziale, come se questo servisse a far apprendere meglio.
4.Il pensiero dei filosofi è costantemente collegato all'attualità, nonostante la differenza culturale e di contesto dovrebbe invitare alla prudenza nel costruire tali voli pindarici.
5.Infine (Anathema sit!) nei manuali più estremi il testo è già sottolineato.

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Messaggio Da vinz Dom Lug 31, 2022 12:10 pm

elirpe ha scritto:

Stessa esperienza leggendo la mia antologia delle medie; la mia spiegazione è che coloro che scrivevano questi manuali ritenevano che lo studente dovesse essere mantenuto sempre nella sua "area di sviluppo prossimale", anche correndo il concreto rischio che alcuni brani fossero non del tutto comprensibili.
.

Sì, è certamente così.

Era un "rischio", ma anche uno stimolo, una sfida.

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Messaggio Da hypernova Dom Lug 31, 2022 12:27 pm

Anch’io ho constatato la stessa cosa con dei miei testi delle superiori, testi che oggi verrebbero usati solo all’università.
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Messaggio Da Colophon Dom Lug 31, 2022 12:27 pm

... amo Vygotskij. Compiti sfidanti, ZPS, il tendere dell'educazione verso lo sviluppo potenziale dell'allievo. Non posso che essere d'accordo con voi.

E in quei testi io vedo, in filigrana, la presenza insostituibile del docente, facilitatore di processi cognitivi e apprendimenti, che supporta il discente e lo aiuta a superarsi, a crescere - un gradino alla volta. Bello.
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Messaggio Da paniscus_2.1 Dom Lug 31, 2022 1:49 pm

Qualcuno ha esperienze analoghe sulle materie scientifiche?

Io ho ritrovato recentemente, nello scantinato dei miei genitori, un libro di testo di matematica di terza media risalente agli anni ottanta (non ce l'ho davanti, quindi non conosco la data esatta, ma era in uno scatolone di vecchi libri scolastici di famiglia).

Non ricordo di averlo usato personalmente io, per cui probabilmente era di mio fratello che ha qualche anno di meno, ma ci sono probabilità, distribuzioni statistiche, tabelle di frequenze, diagrammi di flusso, progressioni e successioni anche con cenni all'andamento esponenziale, operatori logici con lo schema dei circuiti e delle porte logiche, basi non decimali, cenni ai linguaggi di programmazione, cenni storici decisamente più approfonditi (e con linguaggio più corposo) di quelli dei libri delle superiori di adesso,..

...e soprattutto, NESSUNA traccia del linguaggio confidenziale, socializzante e accattivante di cui adesso sono pieni tutti i manuali di ogni ordine e grado. La formulazione degli esercizi è sempre espressa in linguaggio sintetico e formale, del tipo "determinare le aree delle tre regioni in cui viene diviso il parallelogramma in figura dai segmenti passanti per i punti indicati", mentre adesso, anche alle superiori, ci ritroviamo lenzuolate di amenità giocose in cui la richiesta è: "Aiuta Lorenzo e Martina, che vogliono suddividere in tre parti un'aiuola a forma di parallelogramma in modo che mamma Antonella abbia accesso alle sue siepi di rose lungo il lato minore a ovest, nonno Beppe possa annaffiare le piante di pomodori su lato lungo a sud utilizzando un tubo lungo 5 metri,  e il cane Pippo abbia accesso libero a una zona incolta di almeno 2 metri quadri per fare i comodi suoi".


Ultima modifica di paniscus_2.1 il Dom Ago 07, 2022 9:09 am - modificato 2 volte.

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Messaggio Da franco.71 Dom Lug 31, 2022 2:42 pm

vinz ha scritto:A casa mia in Sicilia, per le vacanze. Rimetto ordine in uno sgabuzzino. Da uno scatolone riemerge un libraccio sdrucito…: “Fatti e messaggi”, l’antologia che ho usato quando frequentavo la prima media, più di 30 anni fa. Autori Alberto Pesce e Romano Colombini, editrice La scuola.

...

Insomma, rispetto alle antologie di oggi, un altro mondo, un altro linguaggio. Almeno così mi sembra.
Devi ammettere però che almeno il titolo del libro ammicca al mondo "social" odierno:)

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Messaggio Da franco.71 Dom Lug 31, 2022 2:54 pm

paniscus_2.1 ha scritto:Qualcuno ha esperienze analoche sulle materie scientifiche?
...
...e soprattutto, NESSUNA traccia del linguaggio confidenziale, socializzante e accattivante di cui adesso sono pieni tutti i manuali di ogni ordine e grado. La formulazione degli esercizi è sempre espressa in linguaggio sintetico e formale, ...
Mettiamo un attimo da parte i linguaggi che cambiano, la tua stessa osservazione potrebbe farla un insegnante del regno d'Italia nei confronti ad esempio della scuola degli anni 60/70.
Da quello che ho visto per le materie scientifiche e per quella che insegno, la difficoltà relativa dei testi non mi sembra cambiata così tanto. Se compari un testo di fisica (è il tuo mestiere) di oggi con uno del passato siamo lì, anche perché l'autore (che va per la maggiore piaccia o non piaccia) formalmente è sempre lo stesso, è cambiata la cosiddetta offerta formativa nel senso che ti ritrovi diverse versioni dello stesso autore con taglio differente. E' un male assoluto che ci siano più immagini, gli approfondimenti digitali, le mappe etc ? La stessa cosa la osservo con i testi di biologia e chimica. Ed andiamo all'osservazione di fondo su cui forse sarai d'accordo e cioè che è la struttura di queste discipline a richiedere un minimo di rigore da cui non puoi prescindere e non puoi sperimentare più di tanto rispetto ad altre discipline dove invece la sperimentazione di nuovi modelli pedagogici è stata più massiccia.

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Messaggio Da vinz Dom Lug 31, 2022 2:57 pm

E siccome non sono più abituato alla semplicità e all’essenziale, c’è un’altra cosa, in “Fatti e messaggi”, che mi spiazza, mi sorprende: il 100% del volume è usato per fare educazione linguistica. Niente buoni sentimenti, niente melassa. Niente educazione alla cittadinanza, bullismo, commercio equo-solidale, microcredito, inquinamento, integrazione, salviamo gli animali, rispettiamo i nonni…
L’antologia in adozione nella mia prima di quest’anno è invece per metà occupata da fiabe, favole, filastrocche e poesiole accuratamente scelte tra le più insulse che siano mai state scritte, per l’altra metà da una minuzzaglia noiosa e appiccicosa di testi grondanti buoni sentimenti, che mette immediatamente voglia di bestemmiare e di darsi all’alcolismo.
Non la uso, naturalmente.

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Messaggio Da vinz Dom Lug 31, 2022 3:05 pm

franco.71 ha scritto:
vinz ha scritto:A casa mia in Sicilia, per le vacanze. Rimetto ordine in uno sgabuzzino. Da uno scatolone riemerge un libraccio sdrucito…: “Fatti e messaggi”, l’antologia che ho usato quando frequentavo la prima media, più di 30 anni fa. Autori Alberto Pesce e Romano Colombini, editrice La scuola.

...

Insomma, rispetto alle antologie di oggi, un altro mondo, un altro linguaggio. Almeno così mi sembra.
Devi ammettere però che almeno il titolo del libro ammicca al mondo "social" odierno:)

Solo in apparenza. I "messaggi" ammiccano alla linguistica Jakobsoniana.

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Messaggio Da antalia Dom Lug 31, 2022 4:20 pm

I manuali per le lingue invece didatticamente sono avanti anni luce rispetto alla scuola anni 70-90 tutta improntata sul metodo grammaticale e traduttivo che quindi non si focalizzava, oppure lo faceva marginalmente, sulla comunicazione e sull'ascolto!
Quest'impostazione oggi non si utilizza più sostituita dall'approccio comunicativo declinato in vario modo, la difficoltà è invece da parte di chi deve mediare questi contenuti, sicuramente più autentici e vicini alla realtà che talvolta utilizza metodologie inadeguate e totalmente anacronistiche quale la sottolineatura o la traduzione di qualsiasi cosa!

Insomma è l'inverso, il linguaggio didattico si è evoluto ma molti docenti non riescono a coglierne le potenzialità ostinandosi o per incapacità o per indolenza a proporre cose antiquate e che non serviranno a nulla!

Ecco che dopo aver studiato inglese per l'intero percorso di studio, i ragazzi che sono dei veri utenti autonomi e competenti ( B2 per intenderci) sono una percentuale irrisoria, spesso perché hanno provveduto le famiglie con corsi ad hoc e hanno preso per conto proprio certificazioni e non certo grazie alla scuola!
Il livello medio è quello che Renzi esibiva da Premier, da mettersi letteralmente le mani nei capelli!

https://www.youtube.com/watch?v=5-l51Lmk1H4

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Messaggio Da lucetta.10 Dom Lug 31, 2022 11:09 pm

Per quanto riguarda le antologie, non ne farei però una questione di testi, quanto, essenzialmente di apparati.

Che al posto di Grazia Deledda (che pure mi ricordo in una prova Invalsi di terza media di qualche annetto fa con un testo in cui si chiedeva cosa significasse "giradito"... mah...) ci sia MacEwans o Sepulveda o Ende non è un male, d'altra parte ammettiamo che resistono fin troppo tante scelte passatiste e un po' provinciali che campeggiavano anche nelle nostre antologie di infanzia: Calvino sta ancora lì con l'insopportabile Marcovaldo che spara ai piccioni e raccoglile i fungi sul marciapiede; a Oliver Twist o Zanna Bianca bisognerà pagare pegno per altre due o tre decadi; Rodari regge anche alle medie e imperversa ancora alle elementari.
E di contro leggo dall'indice del volume di seconda che ho in uso nomi sulla carta non proprio banali: Poe, Hoffman, Simenon, Scerbanenco

Quanto alla narratologia, Jakobson lotta con noi da almeno trent'anni insieme a Propp: tutti e due orrendamente banalizzati ad uso di una insopportabile masticazione del testo che è iniziata proprio negli anni '70 e a cui ancora ci si attiene, ahinoi! Trova il mittente Pierino! Qual è l'attante? Quale l'aiutante magico...? traccia lo schema e distruggi il testo in sequenze, metti il titoletto, il narratore è diegetico, extradiegetico, onnisciente, tempo della storia, tempo del racconto, fabula, intreccio, segno... La riflessione linguistica ne ha fatti di passi avanti da Jakobson, ma noi siamo fermi lì!

La cosa realmente diversa e decisamente peggiore dei manuali attuali, TUTTI, sono gli apparati e gli esercizi.
Lo stesso testo viene riprodotto in due tre versioni sempre più semplificate: carattere grande, parole chiave sottolineate, riduzioni, esercizi al limite del demenziale, una grafica autoritaria e ridondante che impedisce a qualunque volenteroso di farsi una propria idea del contenuto del testo o anche gustarsi la lettura in santa pace senza distrazioni. Tutto guidato, accompagnato da glossari, riassuntini, specchietti, proposte per flipped, cooperative, debate... alla fine delle fiera i testi realmente proposti diventano pochissimi, soffocati da cartaccia piena di percorsi inutili e letture ultraguidate, proposte di riflessioni stucchevoli e edificanti.
Non so se condividete ma trovo sempre maggiore approssimazione nel modo di antologizzare: sempre più spesso il brano proposto è senza capo né coda, come fosse stato tagliato aprendo le pagine del romanzo a caso. E così Ammaniti ci tocca pure sorbircelo in un passaggio di cui non si capisce niente... ma tanto le domande di comprensione sono a crocette! Non sia mai che si debba scrivere! Quando lo si fa è per copiare la risposta a riga 6...

I nostri manuali fanno passare la voglia di aprirli perfino a noi insegnanti! Figuriamoci se i ragazzi avranno voglia di sfogliarli, come effettivamente si faceva una volta con l'antologia!

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Messaggio Da vinz Lun Ago 01, 2022 6:02 am

lucetta.10 ha scritto:

Non so se condividete ma trovo sempre maggiore approssimazione nel modo di antologizzare: sempre più spesso il brano proposto è senza capo né coda, come fosse stato tagliato aprendo le pagine del romanzo a caso. E così Ammaniti ci tocca pure sorbircelo in un passaggio di cui non si capisce niente... ma tanto le domande di comprensione sono a crocette! Non sia mai che si debba scrivere! Quando lo si fa è per copiare la risposta a riga 6...


Certo che condivido. Brani tagliati con criteri misteriosi o, più probabilmente, a caso. E con Ammaniti, pur trattandosi di un autore che non amo particolarmente, mi va ancora bene, perché so chi è, ho probabilmente letto integralmente l'opera da cui il brano è stato ricavato, e riesco ad imbastire una lezione di qualche tipo. Talvolta purtroppo le scelte dell'antologista sono così peregrine che non conosco l'opera da cui il brano è tratto e non ho mai sentito neanche nominare l'autore.
Che me ne devo fare di quella mezza pagina in cui un autore a me completamente ignoto descrive una scimmia? Cos'ha di emblematico quel passo? Che tipo di lezione posso farci su? Come posso stimolare l'interesse della classe con quelle quattro righe di cui a me non importa assolutamente nulla?

Un altro fenomeno bizzarro e didatticamente incomprensibile è poi il taglio di testi non particolarmente lunghi, che potrebbero (e dovrebbero) essere proposti integralmente. Che bisogno c'è di tagliuzzare Hänsel e Gretel proponendo solo la parte iniziale e finale della fiaba? Perché non posso leggere integralmente Il principe felice, racconto che sarà lungo non più di sei o sette pagine? Perché, dannazione, mi devi tagliare il finale di Rosso Malpelo?

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Messaggio Da mac67 Lun Ago 01, 2022 9:31 am

paniscus_2.1 ha scritto:Qualcuno ha esperienze analoche sulle materie scientifiche?

Un po' tutti. Però penso che il discorso sia un po' più complesso.

I miei libri di matematica e fisica del liceo erano in bianco e nero. Per la gran parte li ho ancora. Non li rimpiango, francamente. Penso che con i libri di oggi avrei studiato meglio.

Trovo che sia migliorata molto la teoria dei testi di matematica (quelli buoni), ai miei tempi la usavo pochissimo, in quinta dovetti studiare da lì (arrivò a metà anno un supplente non proprio all'altezza ...) e sudai le proverbiali sette camicie per capire il libro (pur buono). Anche la geometria del biennio: avevo un ricordo ottimo del Cateni-Fortini e dei suoi problemi. Poi mi è ricapitato tra le mani ... beh, insomma, gli occhiali rosa della nostalgia possono ingannare.

Dei testi di fisica, non credo nemmeno sia lecito fare paragoni. Altri obiettivi allora (mai fatto esercizi, da studente; lacuna pagata cara al primo anno di università), almeno per il liceo scientifico.

Sulla semplificazione, sono sempre in dubbio. Da una parte: vogliamo che gli studenti imparino, forma e sostanza? Allora più chiaro è, meglio è. Se questo porta a evidenziare parte del testo, scrivere riassunti e mappe a fine capitolo, linguaggio colloquiale con esercizi in cui Gina tira e Gino spinge, finché funziona, per me va bene. Il mio dubbio è se effettivamente funziona, perché a volte mi pare di no.


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Messaggio Da lucetta.10 Lun Ago 01, 2022 2:10 pm

Discorso simile per le grammatiche, un po' come per le lingue straniere: un tempo rigidamente e universalmente con metodi descrittivi, teoria astratta spesso su una lingua di plastica eccessivamente letteraria e formale, nessuna considerazione degli usi linguistici e delle funzioni comunicative, quasi reazionarie, tassonomie slegate dall'uso in contesto.
Utili per leggere Manzoni ma non per la riflessione sulla lingua.

Stessa cosa per le grammatiche latine, il vecchio tantucci aveva tante chiacchiere e pochi esempi. Per capire costrutti come la perifrastica occorreva prima decifrare il testo e leggere la sola teoria di ogni eccezione.

Oggi gli esercizi sono vari, spesso troppo semplici e immediati, da addestramento, ma variati per livello e di rinforzo a aspetti diversi. Prima solo analisi

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"Fatti e messaggi"... e un tuffo al cuore Empty Re: "Fatti e messaggi"... e un tuffo al cuore

Messaggio Da fntscnzt Lun Ago 01, 2022 2:47 pm

paniscus_2.1 ha scritto:Qualcuno ha esperienze analoche sulle materie scientifiche?
I libri di oggi vanno sempre più verso la semplificazione, è vero, basta guardare la prima edizione del testo di matematica di Bergamini e quella attuale.
C'è da dire, però, che si va anche sempre più verso un'integrazione dei saperi, ad esempio si tenta sempre di più di abbattere il muro tra matematica e fisica, e questo non può che essere un bene.
Si cerca di abbandonare l'addestramento di scimmie calcolatrici in favore di persone un minimo pensanti, e anche questo è un bene, pur se porta a una diminuzione della complessità del crudo calcolo.
Ci sono comunque testi fantastici, anche dei nuovi: penso al Matematica in Movimento, neoedito da Pearson, in cui a differenza del Bergamini sembra di leggere un vero testo di matematica.

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Messaggio Da herman il lattoniere Lun Ago 01, 2022 3:52 pm

E' così in tutte le discipline. Gli editori si affannano ad inseguire, sulla spinta dei desiderata ministeriali e delle mode, chimere come innovazione e inclusione e non investono sulla qualità scientifica dell'opera.
E quindi: da un lato testi semi-enciclopedici con un linguaggio ormai fuori dalla portata degli alunni ai quali il libro è destinato, dall'altro testi ipersemplificati, con un testo non tanto "facile" (come lo era nella bella scrittura e nella chiarezza quello dei libri delle elementari dei decenni scorsi) quanto piuttosto banalizzato, pieni di schemi, colori, immagini e addirittura sottolineature! Le sottolineature e le versioni bes "ridotte" sono la parte peggiore, perché giustificano una lettura impressionistica su un sunto che è stato ideato da qualcun altro, incoraggiando un apprendimento o impressionistico o meramente mnemonico, senza neanche provare a restituire la complessità che c'è dietro un concetto anche semplice. Poi all'esame se chiedi una cosa che non era stata pre-sottolineata, tipo il nome della compagna di Garibaldi, gli alunni vanno nel panico...

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Messaggio Da pasqui74 Lun Ago 01, 2022 4:10 pm

Ho appena rivisto i miei libri del liceo per il concorso A028, erano talmente complessi che intere parti sono state superflue per il concorso. I libri di chimica biologia fisixa e scienze della terra avevano circa una figura per pagina affiancata da una scrittura fittissima. Quelli di matematica bianco nero e giallo al biennio bianco nero e azzurro al triennio.
I libri di adesso sono tanto colorati. Avete mai visto i manuali della Erickson? Sono principalmente in bianco e nero. Perché?

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Messaggio Da Annaangelaelvira Lun Ago 01, 2022 4:16 pm

paniscus_2.1 ha scritto:Qualcuno ha esperienze analoche sulle materie scientifiche?

Io ho ritrovato recentemente, nello scantinato dei miei genitori, un libro di testo di matematica di terza media risalente agli anni ottanta (non ce l'ho davanti, quindi non conosco la data esatta, ma era in uno scatolone di vecchi libri scolastici di famiglia).

Non ricordo di averlo usato personalmente io, per cui probabilmente era di mio fratello che ha qualche anno di meno, ma ci sono probabilità, distribuzioni statistiche, tabelle di frequenze, diagrammi di flusso, progressioni e successioni anche con cenni all'andamento esponenziale, operatori logici con lo schema dei circuiti e delle porte logiche, basi non decimali, cenni ai linguaggi di programmazione, cenni storici decisamente più approfonditi (e con linguaggio più corposo) di quelli dei libri delle superiori di adesso,..

...e soprattutto, NESSUNA traccia del linguaggio confidenziale, socializzante e accattivante di cui adesso sono pieni tutti i manuali di ogni ordine e grado. La formulazione degli esercizi è sempre espressa in linguaggio sintetico e formale, del tipo "determinare le aree delle tre regioni in cui viene diviso il parallelogramma in figura dai segmenti passanti per i punti indicati", mentre adesso, anche alle superiori, ci ritroviamo lenzuolate di amenità giocose in cui la richiesta è: "Aiuta Lorenzo e Martina, che vogliono suddividere in tre parti un'aiuola a forma di parallelogramma in modo che mamma Antonella abbia accesso alle sue siepi di rose lungo il lato minore a ovest, nonno Beppe possa annaffiare le piante di pomodori su lato lungo a sud utilizzando un tubo lungo 5 metri,  e il cane Pippo abbia accesso libero a una zona incolta di almeno 2 metri quadri per fare i comodi suoi".

Questi, intendo gl aiuta Martina, o mamma o papà, erano gli esercizi di quarta e quinta elementare degli anni sessanta (e precedenti) uniti a quelli sulle vasche da bagno di dimensioni xyz senza tappo da riempire con rubinetto che immette tot/h e scarico che espelle tot’/h.
Le vasche da bagno erano l’incubo comico delle famiglie dell’epoca.
E poi c’erano i coni, tronchi o meno, da riempire d’acqua e pesare, …

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Messaggio Da franco.71 Lun Ago 01, 2022 11:33 pm

Sui libri di testo scientifici (vecchi e nuovi) quello che forse manca è proprio l'"antologizzazione" del sapere, il riferimento alle fonti primarie.
In pratica gli studenti escono dal percorso senza aver letto una riga dei ragionamenti di Euclide, Galileo, Newton, Mendel, Mendeleev etc etc. che li ha portati alle loro conclusioni, limitandoci ai "classici". Ai ragazzi viene offerta una costruzione autoconsistente delle discipline mentre in realtà la  costruzione del pensiero scientifico e matematico storicamente non è stata lineare e ciò secondo me influenza anche il loro modo di ragionare.

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Messaggio Da fntscnzt Lun Ago 01, 2022 11:45 pm

In parte a questo possiamo ovviare noi. Io cerco spesso di fare emergere il travagliato sviluppo di alcuni concetti.

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