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Messaggio Da herman il lattoniere Mar Dic 05, 2017 6:14 am

Anche se il tema non è completamente pertinente a questa sezione, volevo chiedere ai colleghi come si regolino nei confronti degli alunni deboli, che semplicemente fanno fatica a capire, specie in alcune materie, e che:
- non hanno alcuna certificazione per DSA, oppure per i quali la visita e i relativi test ha avuto esito negativo (meglio per loro)
- non hanno neanche genitori che si opporrebbero alla certificazione
- non hanno un borderline cognitivo
- non hanno altri disturbi evolutivi specifici (adhd e altri)
- non presentano disabilità di alcun tipo
- non provengono da situazioni di svantaggio socio-economico, linguistico e culturale
- non stanno neanche attraversando un momento difficile a livello psicologico, familiare o di salute.
- non hanno atteggiamenti antiscolastici
- non manifestano disinteresse allo studio, anzi si impegnano molto
Insomma cosa bisogna fare con questi poveri cristi residuali dalla medicalizzazione pervasiva della scuola, che semplicemente rimangono indietro e che non hanno necessità né diritto di PDP, ma che comunque ottengono risultati scolastici poco soddisfacenti?

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Messaggio Da Ire Mar Dic 05, 2017 1:32 pm

Visto che il cdc non è assolutamente in grado di sapere nè diagnosticare, ad esempio, l'esistenza di un problema psicologico o di un momento difficile che comprometta l'apprendimento tutto quello che può fare e che l'alunno ha diritto di avere è un pdp per un BES testimoniato proprio dall'assenza apparente di qualsivoglia problema e dalla presenza di interesse allo studio.

Si prova con la didattica personalizzata a vedere se qualcosa si sblocca.

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Messaggio Da Beatrice80 Mar Dic 05, 2017 1:38 pm

è presumibile stendere un eventuale piano BES: si fa il PDP.
Alla fine, una problematicità comunque sussiste.

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Messaggio Da herman il lattoniere Mar Dic 05, 2017 2:53 pm

e che cosa ci scrivereste nel pdp?
(tra l'altro, a rigor di norma, un caso così neanche rientra tra i BES)

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Messaggio Da Ire Mar Dic 05, 2017 3:18 pm

rientra nei bes anche chi venga riconosciuto in difficoltà dal cdc senza apparente motivo (voi non conoscete il suo vissuto e cosa per lui potrebbe essere un problema importante ad esempio di natura psicologica) Dici che non ha problemi, che ha un sufficiente livello intellettivo, che si impegna ma che ha scarsi risultati. Come dice Beatrice il problema c'è, da qualche parte c'è e questo per il consiglio di classe è sufficiente a poter intervenire.


Dove sono i problemi principali?

gli si possono concedere interrogazioni programmate sia nella data che nel contenuto
si può organizzare il lavoro in modo che non abbia un eccessivo carico di richieste concentrate nello stesso momento
si può permettergli di usare mappe, formulari e schemi che lo rendano più sicuro di sè
si può vedere se riesce ad essere più performarte con una verifica scritta oppure con una verifica orale


Sul pdp andrà scritto il problema osservato e la strategia proposta per tentare di risolverlo






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Messaggio Da herman il lattoniere Mar Dic 05, 2017 3:47 pm

facilitare, facilitare, facilitare!

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Messaggio Da Ire Mar Dic 05, 2017 4:16 pm



Sei stato tu a chiedere cosa farne di questo alunno.

Apparentemente ti rammaricavi che non fosse possibile prendersene carico per cercare di dargli la possibilità di raggiungere il successo formativo alla pari di quello che si può fare con alunni certificati e tutelati da qualche legge.

Se non volete farlo, fate finta di non esservene accorti e buonanotte ai suonatori. Purtroppo se la famiglia non chiede un percorso BES con istanza scritta voi ve la cavate alla grande senza dover dare giustificazioni a chichessia

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Messaggio Da herman il lattoniere Mar Dic 05, 2017 4:21 pm

Forse ignori la legge 53 del 2003...

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Messaggio Da Ire Mar Dic 05, 2017 4:36 pm

quindi non avevi una domanda. Avevi una risposta.

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Messaggio Da carla75 Mar Dic 05, 2017 6:59 pm

Stendere un pdp sulla base di cosa? Le circolari ministeriali sono chiare e sono chiari i casi in cui fare un pdp. Ci deve essere una problematica rientrante in una delle categorie stabilite dal ministero. Non duciamo sciocchezze
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Messaggio Da Ire Mar Dic 05, 2017 7:18 pm

visto che il cdc ha facoltà di lavorare sul BES anche in assenza di certificazioni o relazioni varie se risulta una qualche difficoltà nell'apprendimento e visto che non ha assolutamente la possibilità di escludere con assoluta certezza la presenza di problematiche psicologiche o di momenti difficili di natura delicata e magari anche non dichiarata dalla famiglia (tutte casistische assolutamente rientranti nei BES) non sono affatto certa di chi sia qui a dire sciocchezze.

In ogni caso il problema qui non si pone perchè il dubbio sembrava quello di come regolarsi con un alunno "debole" in considerazione della 53/2003 che fissa il termine dell'obbligatorietà scolastica.

Non faranno alcun PDP per lui. Piuttosto cercano un modo delicato per dirgli di smettere di andare a scuola

Non considerando affatto che il 2003 è venuto dieci anni prima del 2013

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Messaggio Da carla75 Mar Dic 05, 2017 7:31 pm

Vediamo: in quali casi è possibile identificare un alunno con B.E.S.?

Le situazioni in cui l’apprendimento può essere difficoltoso o complesso sono molteplici.

Il MIUR ha identificato tre sotto-categorie di alunni con B.E.S.:



1. alunni con disabilità, per il cui riconoscimento è necessaria la presentazione della certificazione ai sensi della legge 104/92;



2. alunni con disturbi evolutivi specifici, tra cui si inseriscono:

D.S.A. – disturbi specifici dell’apprendimento (per il cui riconoscimento è necessario presentare la diagnosi di D.S.A. ai sensi della legge 170/2010);
deficit di linguaggio;
deficit delle abilità non verbali;
deficit della coordinazione motoria;
ADHD – deficit di attenzione e di iperattività;


3. alunni con svantaggio sociale, culturale e linguistico.

Questa è una sintesi ben fatta della casistica bes.
Se i ragazzi hanno dei problemi che la famiglia non vuole dire Allora il problema non sussiste virgola poiché la famiglia non firmerà mai il PDP e quindi comunque non si potrebbe applicare.
Fuori da questi casi sarebbe arbitrario da parte di un consiglio di classe dichiarare un alunno con bisogni educativi speciali. La discrezionalità amministrativa di un ente pubblico non equivale a dire facciamo quello che ci pare e dichiariamo BES qualsiasi alunno che non riesce a raggiungere gli obiettivi della classe

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Messaggio Da herman il lattoniere Mar Dic 05, 2017 8:35 pm

La casistica suggerita dal ministero è esattamente quella riportata da carla75 ed è riportata nella direttiva del 27 dicembre 2012: mi ha perciò stupito molto l'intervento di Ire che quasi pretendeva di imporre al consiglio di classe la stesura del PDP. Sui BES non DSA la discrezionalità del CDC è massima, per cui può predisporre pdp oppure no, a seconda se ritenga utile o meno questo genere di intervento.
Proprio pochi giorni fa uno dei miei cdc ha deliberato di non stendere un PDP, anche se a rigore il bisogno educativo speciale per quell'alunno era lampante, perché ha ritenuto più utile lavorare su una didattica individualizzata ex lege 53/2003 e lavorare sul recupero della motivazione scolastica, senza formalizzare.
Rimane inevaso il mio quesito: per l'alunno che non ha niente di certificabile o di dichiarabile, cosa si fa? Sempre che si ammetta che tale alunno esista e non nasconda invece qualche forma di disturbo specifico o aspecifico dell'apprendimento o qualche disturbo evolutivo o qualche bisogno educativo speciale, cioè sempre che si ammetta che esista un alunno che va semplicemente male in alcune materie che non riesce a capire.

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Messaggio Da carla75 Mar Dic 05, 2017 8:51 pm

Lo si indirizza verso una scuola più semplice
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Messaggio Da Ire Mer Dic 06, 2017 8:41 am

Dici che la famiglia non firmerebbe? Che diritto hai di arrogarti questa decisione senza averglielo proposto? La scuola deve fare la sua parte, proporre ogni possibile supporto perchè il ragazzo possa farcela, quando la scuola ha fatto il suo, quando ha evidenziato il problema alla famiglia, quando ha fatto la propria proposta allora e solo allora toccherà alla famiglia cogliere l'occasione.

Chi ci dice che la famiglia, anche regolare, abbia gli strumenti per cogliere un problema e associarlo alla fatica scolastica del figlio?

Tra l'altro qui nessuno, io no di certo, ho proposto di facilitare la didattica. Le misure che ho suggerito sono misure di organizzazione, di attenzione, di guida per un ragazzo che potrebbe avere qualche preoccupazione che rende inefficace il suo impegno scolastico.

Gli si propone una scuola più semplice? Si può senza alcun dubbio fare ma non prima di aver provato strade diverse

Tra l'altro non è detto che lui o la famiglia accettino e torniamo al punto di partenza: se si vuole far finta di nulla la legge lo consente almeno fino a quando qualcuno non si accorga che l'istituzione non sta ottemperando all'obbligo di prendersi carico delle difficoltà in un ragazzo che si impegna, ha un buon livello cognitivo ma non rende.

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Messaggio Da carla75 Mer Dic 06, 2017 8:50 am

Leggi bene quello che ho scritto. ho detto che se i ragazzi hanno dei problemi che la famiglia non vuole dire ovviamente non accetterà nemmeno un PDP.
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Messaggio Da Ire Mer Dic 06, 2017 9:05 am

la famiglia potrebbe non essersene accorta, la famiglia potrebbe non avere strumenti cognitivi così raffinati da riuscire ad associare quel silenzio del figlio alle difficoltà scolastiche che si presentano..........

tu prima stavi dicendo che non si può fare un pdp ora dici che tanto non firmerebbe.

E' anche possibile ma questo non autorizza la scuola a non proporlo in via preventiva e supponente.
Si convoca la famiglia, si espone la situazione, si dice che si ha intenzione di provare questo e quello e si raccoglie l'accettazione o il diniego. Si verbalizza e ci si regola di conseguenza.

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Messaggio Da carla75 Mer Dic 06, 2017 11:46 am

Quello che ho scritto mi pare chiaro. Se la famiglia sa e non lo vuole dire mi pare ovvio che non accetterà un pdp. Del resto per quanto riguarda la tabella, quella non è fatta da me ed è uno strumento che viene usato in tutte le scuole d'Italia poiché esemplificativa delle Leggi e circolari
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Messaggio Da paniscus_2.1 Gio Dic 07, 2017 1:09 am

Beh, mi pare che stiamo sempre alla solita rivendicazione ideologica:

- tutti hanno diritto automatico alla sufficienza e alla promozione, a prescindere da qualsiasi cosa;

- chiunque abbia insufficienze, per qualsiasi motivo, è BES;

- chiunque abbia insufficienze, e quindi è BES, ha diritto a provvedimenti di facilitazione e di riduzione delle richieste, in maniera da poter prendere la sufficienza comunque anche se ha imparato la metà o se ha imparato il 10% di quello che era richiesto, come si pensa che sia suo diritto;

- i provvedimenti di facilitazione e di riduzione delle richieste NON devono essere chiamati sinceramente per quello che sono, ossia facilitazioni e riduzione delle richieste, ma devono essere diplomaticamente mascherati da provvedimenti di supporto umano per rafforzare l'autostima dell'alunno, e per fargli sentire che gli vogliamo tanto bene e che ci teniamo tanto a lui;

-infine: la famiglia ha sempre ragione e la scuola deve essere obbligata ad accontentarla, quando rivendica attivamente le facilitazioni e le riduzioni delle richieste (con arroganza o con piagnisteo); ma casomai ci fosse una famiglia che non vuole farlo, allora sicuramente ha torto, e la scuola deve assolutamente sbracciarsi per proporre tali provvedimenti anche se la famiglia non li ha chiesti e non li vuole (anche deliberandoli alle spalle di nascosto dalla famiglia o contro il volere della famiglia, oppure facendo pressioni smodate sulla famiglia per convincerla che deve accettarli per forza, altrimenti non è una famiglia consapevole e non agisce per il bene del ragazzo).

In pratica, i genitori hanno sempre ragione e devono essere sempre stratutelati, solo quando si allineano all'ideologia pedagoghese dominante; se invece stanno su posizioni diverse, devono essere trattati come poveri arretrati ottusi con l'anello al naso, ai quali l'autorità costituita deve spiegare pazientemente come stanno davvero le cose, e fare loro il lavaggio di cervello per convincerli.

Meraviglia, proprio.

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Messaggio Da herman il lattoniere Gio Dic 07, 2017 5:24 am

Il quadro che delinea Paniscus rivela la forte componente ideologica dei sostenitori della medicalizzazione o della patologizzazione della scuola e, come in ogni ideologia, tutti i discorsi o le evidenze che non confermano le proprie tesi vengono ignorati o demonizzati. E' evidente che si corra il rischio che all'ideologia si risponda con altra ideologia.
Però a me qualcosa continua a non tornare: noto la comparsa di disturbi specifici dell'apprendimento anche (o forse soprattutto) dove non te l'aspetteresti, in famiglie ad alto tasso di scolarizzazione, a reddito medio/alto e all'apparenza libere da qualsiasi vissuto di disagio, comprese le famiglie di colleghi o professionisti. Parlo di bambini di seconda/terza/quarta elementare che deludono le legittime aspettative dei genitori e vengono istradati da scuola e famiglia verso il riconoscimento di DSA. Mi chiedo se non ci sia una componente psicologica di rifiuto anche di quelle che il MIUR (nota 22-11-2013) definisce "ordinarie difficoltà". Parto dal presupposto, per me abbastanza ovvio, che il vissuto psicologico della famiglia sia fondamentale nel riconoscimento della difficoltà, nell'iter di richiesta di certificazione e nel successivo percorso di recupero a scuola e fuori scuola. Un figlio "alunno debole" è fonte di enorme preoccupazione, ansia e anche vergogna sociale per i propri genitori.

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Messaggio Da paniscus_2.1 Gio Dic 07, 2017 3:32 pm

herman il lattoniere ha scritto:Però a me qualcosa continua a non tornare: noto la comparsa di disturbi specifici dell'apprendimento anche (o forse soprattutto) dove non te l'aspetteresti, in famiglie ad alto tasso di scolarizzazione, a reddito medio/alto e all'apparenza libere da qualsiasi vissuto di disagio, comprese le famiglie di colleghi o professionisti.

Beh, se si trattasse di DSA veri, netti e inequivocabili, non ci sarebbe niente di strano: quelli possono capitare indifferentemente a chiunque, dove sta scritto che dovrebbero colpire in maggioranza gli sfigati, gli ignoranti o le famiglie disagiate? Semmai è molto più facile che la differenza tra ambienti sociali consista nella percezione culturale della cosa e nella sua interpretazione ideologica.

Nelle famiglie semplici e disagiate, è più facile che la certificazione medica di un problema sia ancora vissuta come uno stigma e quindi non accettata volentieri e tenuta nascosta... mentre è innegabile che in ambienti di "borghesia illuminata" un po' radical-chic o aspirante a esserlo, l'etichetta di DSA non solo non è più uno stigma (il che è un bene), ma ha fatto il salto esattamente contrario, ossia è diventata una sorta di status-symbol positivo, un'attestazione di essere "speciali", e quindi appetibile e invidiabile anche da chi non ne ha nessun bisogno concreto.

Da una parte, c'è la sistematica (e stucchevolissima) mistificazione secondo cui i ragazzi con DSA sarebbero non solo creature di intelligenza superiore, ma anche di sensibilità emotiva e morale superiore, di doti creative superiori, e chissà di quali altri "doni" speciali, qualcosa di similie alla famigerata moda dei "bambini indaco" new age; dall'altra, esiste l'idea che il bambino sottoposto a valanghe di accertamenti, esami, test, e che ottiene delle certificazioni più precocemente possibile (e non necessariamente di DSA, ma anche di qualsiasi disturbo molto più vago) dimostri di essere "un bambino molto ben seguito in famiglia" da genitori attentissimi, premurosissimi, e pronti a fare qualsiasi cosa pur di risparmiare al figlio la sia pur minima difficoltà e contrarietà. Il che è senza dubbio gratificante per un certo tipo di genitori.

In pratica, è solo l'ultima versione aggiornata di tutta una serie di mode culturali che si sono alternate nei decenni passati. Di sicuro ha sostituito quella che negli anni settanta e ottanta era la moda delle psicoterapie, che adesso non si fila quasi più nessuno...

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Messaggio Da carla75 Gio Dic 07, 2017 4:53 pm

ed infatti l'istat ci dice che in Italia i ragazzi DSA sfiorano il 10 % della popolazione in obbligo scolastico, unico caso al mondo.
ovviamente la colpa non è di chi certifica, ma degli insegnanti che mandano a visita i ragazzi.
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Messaggio Da paniscus_2.1 Gio Dic 07, 2017 5:54 pm

ovviamente la colpa non è di chi certifica, ma degli insegnanti che mandano a visita i ragazzi.


Eh no, scusa, questo non torna.

Se è vero che c'è un dato anomalo nel numero di diagnosi, che oggettivamente non è realistico, allora la responsabilità è anche di chi quelle diagnosi le firma, mica solo di chi le richiede o di chi suggerisce alle famiglie di richiederle.

Se il problema fosse solo nell'eccesso di zelo degli insegnanti (che spingono le famiglie a sottoporre i figli ad accertamenti anche quando non ce ne sarebbe bisogno), mentre i diagnosti "non hanno colpe"... beh, allora dovremmo aspettarci che una buona parte di questi accertamenti finisse in un nulla di fatto, e che moltissime di queste famiglie, dopo il test, si sentissero dire "state tranquilli, è stato un falso allarme, il ragazzino non ha nessun problema".

Ma se invece CHIUNQUE vada a chiedere una diagnosi la ottiene quasi sempre (se non proprio di DSA, almeno trovano il modo di impapocchiare una vaghissima diagnosi di disturbo non specifico, o di "blocco emotivo", o di "stancabilità" o di "debolezza di autostima" al quale si associa automaticamente la richiesta di considerare il ragazzo in situazione di BES e di dargli gli stessi strumenti compensativi che si usano per i DSA)... allora non può essere solo colpa di chi prova a richiedere la diagnosi, ma anche di chi la rilascia.

Oltretutto, non ho grande evidenza di questo fenomeno interno alle scuole che viene descritto spesso, ossia che sarebbero gli insegnanti a spingere insistentemente le famiglie a far visitare i figli.

Nella mia esperienza è quasi sempre il contrario, ossia l'iniziativa parte quasi sempre dai genitori (che non accettano i risultati modesti del figlio, o che ritengono che sia gravato da impegni scolastici troppo pesanti per lui), e che in qualche caso agiscono anche a insaputa della scuola o in aperto conflitto con la scuola, per poi "metterla di fronte al fatto compiuto" presentando direttamente la certificazione come pura e semplice credenziale di rivendicazioni. Esistono alcuni colleghi zelantissimi e monomaniacali che vedono DSA dappertutto e che non vedono l'ora di spedire tutti a fare accertamenti, ma sono pochi, e la loro è più una fissazione personale che una prassi scolastica.

Ma io lavoro con ragazzi più grandi, non ho idea se alle elementari o all'inizio delle medie la situazione sia tanto diversa. Io mi riferisco soprattutto alle diagnosi (per la verità, molto sospette) di disturbi vaghi, lievi, borderline o "non specifici", che arrivano quando il ragazzo ha già 16 o 17 anni ed è arrivato in terza superiore senza mai essere bocciato e senza aver mai manifestato problemi gravi. Quelle, di sicuro, non sono quasi mai suggerite dalla scuola...

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Messaggio Da @melia Gio Dic 07, 2017 6:39 pm

paniscus_2.1 ha scritto:
carla75 ha scritto:ovviamente la colpa non è di chi certifica, ma degli insegnanti che mandano a visita i ragazzi.

Eh no, scusa, questo non torna.

Mi pareva evidente che il tono di carla75 fosse ironico. Forse solo io ho letto dell'ironia nell'affermazione citata?
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Messaggio Da giovanna onnis Gio Dic 07, 2017 6:47 pm

Concordo con te @melia, anche a me Carla è sembrata ironica
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